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  • Immagine del redattoreAngiolo Chicco Veroli

12 marzo contro gli stereotipi di genere

Aggiornamento: 10 lug 2023




PREMESSO CHE il 12 marzo 2013, nonostante le ben note lotte per la parità di genere che si celebrano con la ricorrenza internazionale dell'8 marzo di ogni anno, volta a sottolineare l’emancipazione femminile, il suffragio universale e la lotta contro il femminicidio, il Parlamento Europeo si è trovato a discutere sull’importante tema della parità di genere. L’inerzia di molti Stati membri ha reso forte la necessità di dare una base giuridica all’impegno comunitario in materia di pari opportunità, di lavorare al meglio per dedicare i Fondi strutturali destinati a tale scopo. Infatti, pur essendo la parità di genere un obiettivo di tutte le azioni e di tutti i programmi cofinanziati dai Fondi europei, tranne nel caso del Fondo sociale europeo che ha dato risultati soddisfacenti, i piani finanziari non hanno trovato una effettiva concretizzazione.

RILEVATO CHE in seno alla discussione del Parlamento europeo del 12 marzo 2013 sono stati toccati rilevanti aspetti, non sempre colti a livello legislativo nazionale, lasciando il compito di dare forma e contenuto alle singole associazioni di volontariato nazionali, regionali, comunali di promuovere concrete azioni. Fra i temi di maggior rilievo si è voluto porre l’impegno ad agire ed intervenire sui seguenti aspetti: - gli stereotipi continuano a esistere a tutti i livelli della società e in tutte le fasce d'età e ciò deve essere scongiurato partendo dall’istruzione; i ruoli di genere si costruiscono e si affermano attraverso una serie di influenze sociali fra cui i mezzi di informazione (che rappresentano sovente le donne “oggetto”, casalinghe, stanche, ecc.) e di istruzione che partendo dalle fasi di socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza, rischiano di influenzare le persone per tutta la vita;

- la formazione della dirigenza, degli insegnanti e, sostanzialmente, di chi è già nel mondo del lavoro, accresce la consapevolezza indispensabile nelle fasi dell’attuazione e di monitoraggio per il raggiungimento della parità di genere. Purtroppo, ciò è carente come risulta dai dati statistici; - unitamente a quanto sopra la nozione di uguaglianza deve essere instillata nei bambini sin dalla più tenera età. Una educazione basata sul riconoscimento della parità può insegnare loro a lottare contro gli stereotipi di genere; - la mancanza di pari opportunità non è dovuta unicamente agli atteggiamenti, ma alle strutture su cui poggia la società e che esercitano un’influenza (negativa) al riguardo; - la possibilità di lavorare e mantenersi determina la realizzazione dell’individuo e, dunque, anche della donna. Ciò è possibile solo tramite una società fondata sulle pari opportunità e salari: è infatti statistico che sia a livello verticale, sia a livello orizzontale le donne trovano minori occasioni e salari più bassi (pay gap); - gli stereotipi di genere esistenti nel mercato del lavoro limitano le donne in particolare in determinati settori, tra cui l'ingegneria, i servizi antincendio, l'industria, l'edilizia, la falegnameria, la meccanica, le professioni tecniche e scientifiche e le nuove tecnologie, e non solo. Inoltre, aspetto spesso sottovalutato, influiscono anche sull'accesso degli uomini a settori che si ritengono per costume arcaico “connaturali” alle donne e che, invece, possono essere di interesse e capacità anche maschile come l’'assistenza per l'infanzia (ostetricia, puericultura, ecc.).

CONSIDERATO CHE il 12 marzo 2013 ha segnato un importante traguardo in quanto il Parlamento europeo si è impegnato ad “imporre” agli Stati membri di intervenire attivamente con riforme e stanziando fondi per rendere attuale e concreta la parità di genere. Tale impegno vuole andare oltre la mera celebrazione delle quote rosa, e innescare azioni concrete per combattere le carenze strutturali, che oggi impediscono di dare ad eguali capacità competitive e conseguenti pari opportunità lavorative e salariali. Il 12 marzo celebra ed invita gli Stati europei a far sì che a tutti i generi siano date medesime opportunità di lavoro in ogni settore, medesimi meriti, medesima retribuzione, medesimi oneri, medesime fatiche, medesimi privilegi (privilegi che siano comunque riconosciuti anche agli uomini, come ad esempio la vita/vicinanza/impegno con i figli, l'accesso a settori dell'assistenza per l'infanzia per cui per retrograda formazione si ritengono di pertinenza delle donne). La risoluzione in oggetto ribadisce che il lavoro non è un obbligo, ma un diritto, per tutti. Occuparsi della propria unità familiare è non solo un obbligo, ma anche un diritto. Per tutti.

CONSIDERATO INOLTRE CHE la Comunità Europea, anche per l’importanza di quanto alla pronuncia parlamentare del 12 marzo 2013, ha stanziato Fondi del PNRR.

PRESO ATTO CHE a distanza di 10 anni dalla proclamazione non vi è mai stato alcun segnale nazionale volto alla celebrazione, esaltazione della pronuncia de qua, che non è mai stata instituita una giornata celebrativa dell’impegno europeo. Ricordare e meditare sul 12 marzo 2013 non vorrà mai essere la duplicazione dell’8 marzo, ma una valida prosecuzione ed ampliamento dei suoi contenuti perché è volta al raggiungimento della effettiva uguaglianza fra uomo e donna e fra donna e uomo superando il concetto della mera accettazione.

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA Affinché il Comune di Genova diventi esempio virtuoso a livello nazionale, a studiare una serie di iniziative volte a rendere attuativa la risoluzione Europea del 12 marzo che trascenda la mera celebrazione di un giorno, ma si traduca in azioni concrete a supporto dell’equità di Genere. A organizzare durante tutto l’anno eventi formativi ai lavoratori volti a diffondere, far comprendere e fare proprio il concetto di equità, trascendendo il principio non più in un mero “ideale” etico- giuridico-politico, ma di “concretezza” per cui i membri della nostra collettività si considerino allo stesso modo, con medesimi diritti e valori nel contesto lavorativo, social e famigliare. A promuovere con gli istituti scolastici e di formazione iniziative volte a diffondere la cultura dell’equità di genere tra i minori, come valore legato al mondo del lavoro, a quello sociale e dei ruoli famigliari.

Il Consigliere Comunale Angiolo Veroli (documento firmato digitalmente)

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